Chiesa della Visitazione

Via XX Settembre 23, Torino

Il primo ordine religioso della Visitazione è fondato nel 1610 da Francesco di Sales (1567-1622), vescovo coadiutore di Ginevra, e dalla baronessa Jeanne Frémyot de Chantal che, vedova del barone Chantal ormai da un decennio, decide di ritirarsi a vita contemplativa.

I due fondamentali obiettivi della congregazione sono, secondo quanto espresso nell’atto costitutivo, contemplazione ed orazione e il servizio ai poveri e malati.
Nelle fasi successive alla fondazione però, la prima funzione viene ad assumere assoluta preponderanza sull’altra, fino ad annullarla. È proprio la mancanza di austerità esteriori che permette larga diffusione tra coloro che non avrebbero potuto sopportare fisicamente le condizioni imposte dagli ordini riformati e consente all’ordine della Visitazione di espandersi velocemente in tutta Europa.Al 1638 risale la fondazione del convento torinese: le motivazioni vanno ricercate nella vasta popolarità che Francesco di Sales ha presso la corte sabauda, testimoniata dai rapporti diretti con il duca Carlo Emanuele I di Savoia e dalla devozione particolare dimostrata poi dalla duchessa Cristina di Francia.

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Sarà il duca Vittorio Amedeo I a cedere un vasto lotto di terreno per la costruzione della chiesa e del monastero nella cosiddetta “città nuova”, il primo ampliamento di Torino che avvia l’importante progetto di riqualificazione della città con l’obiettivo di renderla appropriata al ruolo di capitale del Ducato, in aperto confronto con le altre capitali europee. Rispetto all’architettura omogenea degli isolati seicenteschi, emerge netto il volume della chiesa, con la facciata settecentesca posta d’angolo tra le attuali vie Arcivescovado e XX Settembre.
La chiesa, eretta in previsione della beatificazione di Francesco di Sales (1661, canonizzato nel 1665) è terminata entro il 1660 ed è oggi concordemente attribuita dalla critica a Francesco Lanfranchi, padre del noto Carlo Emanuele.
Le scelte progettuali dell’architetto pongono la chiesa della Visitazione fra i primi esempi di architetture religiose costruite a Torino secondo i canoni della Controriforma: l’impianto è caratterizzato da un vano centrale quadrato su cui si aprono gli spazi semicircolari dell’ingresso e di due cappelle laterali, oltre a quello più ampio del presbiterio. L’ordine architettonico scandito dalle lesene poggiate su un alto stilobate, evidenzia gli spigoli della struttura e regge una trabeazione che fascia l’intera aula.
I quattro grandi arconi che definiscono lo spazio dei vani laterali reggono il tamburo finestrato e la cupola, decorata intorno agli anni Sessanta del Settecento da Michele Antonio Milocco, con il grandioso affresco che raffigura il Paradiso dove è accolto in gloria san Francesco di Sales; nei pennacchi l’artista rappresenta le virtù teologali.
L’opera di Milocco si collega visivamente alle statue e alle piccole tele collocate nell’aula in precedenza: i personaggi ivi rappresentati raggiungono la santità e quindi il Paradiso, attraverso le virtù teologali.

Il presbiterio è ripensato in occasione della canonizzazione della baronessa de Chantal (1768): l’altare marmoreo, realizzato da maestranze luganesi sul finire del XVII secolo per sostituire il primitivo altare ligneo, è smontato e ricomposto secondo un disegno più imponente che riutilizza le quattro colonne tortili in marmo nero che incorniciano la pala dipinta da Ignazio Nepote raffigurante la Visita di Maria alla cugina Elisabetta (1760-1768), evento ricordato dalla dedicazione della chiesa stessa.
L’altare marmoreo del vano laterale di sinistra risale al 1730 e si deve ad un progetto di Filippo Juvarra che accoglie l’invito del conte Turinetti di Partengo, deciso a finanziare la costruzione di un nuovo altare dedicato a San Francesco di Sales. La forma piana della composizione marmorea policroma interrompe la curva della parete che lo accoglie e si integra alla trabeazione che fascia l’aula attraverso il fastigio sommitale e la curva del timpano spezzata e ribaltata verso l’esterno. Alessandro Trono ha dipinto la pala ove è rappresentato San Francesco di Sales che consegna le regole dell’Ordine alla baronessa di Chantal e alle prime Visitandine.
Con l’avvento di Napoleone il monastero visitandino è chiuso. Nel periodo della Restaurazione il complesso sarà acquistato dai padri Missionari di San Vincenzo, rettori della chiesa dal 1832, che dedicano la cappella di destra al loro fondatore, San Vincenzo de’ Paoli, e fanno riplasmare il coro delle monache con la Cappella della Passione, con un altare progettato da Carlo Ceppi. Nel 1851 nella chiesa viene ordinato sacerdote san Leonardo Murialdo. Le attuali ottime condizioni del vano interno dell’aula sono frutto di un accurato restauro.

Testi a cura dell’associazione Guarino Guarini

Fotografie di Andrea Guermani per Compagnia di San Paolo – © tutti i diritti riservati